Prima supporto per la navigazione, poi abbandonati, oggi diventano strutture ricettive, rifugi e centri di ricerca
Costruiti in passato per orientare la navigazione, i fari si stanno trasformando in strutture ricettive, mettendo alla portata di tutti il loro fascino misterioso.
Non avendo più una funzione di supporto al traffico marittimo, perché sostituiti dai segnali radio e GPS, i fari sono stati abbandonati, ma stanno risorgendo a nuova vita grazie al loro potenziale turistico. Si trovano infatti in zone costiere suggestive, che li rendono un luogo ideale per il tempo libero e progetti di ricerca.
Il riutilizzo dei fari è diventato un business, ma anche un modo per rendere fruibile e riqualificare il patrimonio costiero. Ne è un esempio il bando progetto Valore Paese – FARI dell’Agenzia del Demanio per la riqualificazione e gestione fino a 50 anni degli edifici costieri.
Di seguito i primi nove progetti vincitori.
Punta Cavazzi, Ustica
Il progetto della Sabir Immobiliare srl prevede la creazione di una foresteria e un hub culturale per studenti e giovani ricercatori appassionati al tema del mare.
Capo Grosso, Isola di Levanzo – Favignana
Il progetto di Lorenzo Malafarina prevede un resort in cui ospitare workshop di cucina, fotografia, eventi, escursioni e attività legate alla vela, alla pesca e allo yoga di livello internazionale.
Brucoli, Augusta
La società Azzurra Ca
Murro di Porco, Siracusa
L’imprenditore under 30 Sebastian Cortese ha proposto un modello di business articolato su vari fronti: ristorazione, marketing, congressi, eventi e ben 14 posti letto tra suite e boutique apartment.
pital srl lo trasformerà in punto di accoglienza turistica associato ai prodotti enogastronomici locali.
Punta Imperatore, Forio D’Ischia
La società tedesca Floatel GMbH, che vanta una esperienza di riqualificazione di fari in Scozia, Spagna e Germania, lo trasformerà in un rifugio inteso come spazio di riflessione. Previsto un approccio minimal e standard elevati.
San Domino, Isole Tremiti
Anche qui, come a Forio D’Ischia, la società Floatel GMbH realizzerà un rifugio di lusso.
Capo D’Orso, Maiori
Sarà gestito dal WWF che accanto agli spazi per l’ospitalità realizzerà un osservatorio marino-costiero, un centro visite, percorsi natura e una bottega dei sapori.
Punta Fenaio, Isola del Giglio
La la società S.N.P. di Pini Paola & C. dopo la riqualificazione gestirà un’attività ricettiva legata ai caratteri distintivi del territorio.
Punta Capel Rosso, Isola del Giglio
La ATI Raggio- Le Esperidi realizzerà un museo dinamico per il mantenimento della memoria storica del faro. Ogni componente dovrà essere coerente con l’idea di recupero e compatibile con gli obiettivi dell’Ente Parco e di sviluppo del territorio.