Milano • Due sono gli elementi che dovrebbero portare un operatore immobiliare a visitare il Salone del Mobile: il passato e il futuro. Nulla come questa rassegna racconta la storia delle case degli italiani e della conseguente evoluzione sociale ed economica del Paese. Conoscerle vuol dire andare alla radice di quella grande crescita avvenuta subito a ridosso del dopoguerra, conosciuta anche con il termine di boom economico. Quel fenomeno ebbe come conseguenza naturale lo sviluppo del patrimonio immobiliare e, parallelo ad esso, quello dell’industria dell’arredamento. Oggi, o meglio domani, cosa si può dire dell’evoluzione delle due industrie?
A livello di innovazione non c’è confronto: il design ha battuto l’architettura. Le case si sono fermate mentre il loro contenuto ha continuato la corsa evolutiva trasformando gli spazi, le abitudini di vita, gli stili dell’abitare. Fuori i muri sono rimasti nudi dinnazi alle ingiurie del tempo e l’affronto delle nuove tecnologie. I due mondi hanno smesso di andare pari passo. È tempo che le distanze si colmino e il mattone riacquisti quel ruolo di traino dell’economia e ritorni ad essere il motore di gran parte dell’industria del Paese. Un altro grande stimolo viene dal Salone del Mobile: la fiducia. Qui centinaia di aziende non hanno avuto paura della crisi; sono andare in giro per il mondo, hanno razionalizzato i processi di produzione, hanno fatto innovazione di sistema. In una parola hanno reagito. Non si sono arresi. Adesso però, anche qui, bisogna procedere insieme. Ecco che torna la parola magica di questo 2016 e degli anni che verranno.
fonte quotidiano immobiliare 16/4/2016