ROMA – Parole, ne ascoltiamo e ne usiamo di continuo, soprattutto noi giornalisti. Ma spesso chi è “addetto ai lavori” dimentica che il pubblico a cui si rivolge potrebbe essere all’oscuro di questo o di quel significato. La dimenticanza può riguardare i settori più svariati, ma certamente la sfera sociale è tra quelle in cui l’inciampo è a portata di mano. Vuoi perché è un mondo che, grazie allo sviluppo che lo ha investito negli ultimi anni, ha coniato moltissimi termini nuovi, vuoi perché fin troppo spesso l’informazione generalista si rende complice nel ricondurre modi di agire e fare sotto improbabili macro-categorie (un esempio su tutti è la confusione puntuale che i media generano parlando dei “cooperanti” – ovvero operatori stipendiati da organizzazioni non governative per sviluppare progetti di solidarietà nei paesi in via di sviluppo – chiamandoli “volontari” – ovvero cittadini che senza alcuna retribuzione, principalmente in territorio nazionale, svolgono attività di supplenza a servizi che dovrebbero essere garantiti dallo Stato). Errori piccoli e grandi che commettiamo in molti e a cui qui scegliamo di porre un piccolo rimedio con un “dizionario del sociale” in formato video, che periodicamente si proporrà di indagare termini e locuzioni non ancora entrati nel linguaggio comune attraverso la voce di esperti, mappe interattive, fumetti e interviste, sempre nell’ottica di fornire ai nostri lettori un’informazione di qualità e di servizio.
2 gennaio 2016
fonte corriere sociale – corriere della sera
servizio di chiara samorì