LE NOSTRE VACANZE ROMANE A BORDO DELLA VESPA946: E SCOPRIAMO UNA ROMA SPARITA!
Qualche week end fa, a bordo della nuovissima Vespa946, abbiamo scoperto una Roma incantevole che spesso si nasconde allo sguardo frettoloso dei turisti e persino a quello dei romani, distratti dalla quotidianità stressante e tiranna. Oggi vi parliamo di una Roma Sparita, che neppure noi conoscevamo, scovata nel ripercorrere le tappe più belle del film Vacanze Romane.
Conoscete la storia? Anna (Audrey Hepburn) è una principessa in viaggio diplomatico in Europa e Roma è una delle tappe previste dall’itinerario. Nelle primissime scene, per raccontare il fitto carnet di appuntamenti ufficiali, vengono inquadrati San Pietro e i Fori imperiali. La giovane, stremata da tanti impegni e dalla rigidità del protocollo “di corte” è vittima di una crisi isterica e seppur sedata, fugge in stato confusionale dall’ambasciata su un furgone delle bibite. Sapete qual è l’edificio scelto per gli esterni della sede diplomatica? Palazzo Barberini, che oggi ospita la Galleria Nazionale di Arte Antica (via delle Quattro Fontane, a due passi da via Veneto)! In pochissimi sanno che questa via è un tratto dell’antica “Strada Felice”, lunga quasi tre chilometri, voluta nel 1585 da papa Sisto V (al secolo Felice Peretti) per collegare Trinità dei Monti alla Basilica di Santa Maria Maggiore e a quella di Santa Croce in Gerusalemme. Dopo il 1870 quel rettilineo venne frazionato e ciascun tratto assunse nomi diversi (via Sistina, ad esempio, è l’ultimo omaggio al papa che ne volle la realizzazione). A proposito: ma perché il papa fece costruire la Strada Felice? Per consentire ai fedeli in pellegrinaggio a Roma un migliore orientamento, collegando tra loro le principali basiliche della città!
Ma torniamo alla principessa Anna. In stato confusionale, giunge alla Fontana delle Naiadi, in Piazza della Repubblica. Autore della bella fontana fu Mario Rutelli (il bisnonno dell’ex sindaco!), che realizzò le quattro ninfe nel 1901. La nudità e la posa dellestatue scatenarono forti polemiche ma non provocarono la rimozione delle naiadi come invece accadde per la scultura centrale, oggetto di una feroce ironia.
Rutelli infatti presentò al pubblico un gruppo scultoreo comprendente tre figure maschili, un polpo e un delfino in un abbraccio poco comprensibile soprannominato subito “fritto misto di Termini” e traslato dopo varie vicissitudini in piazza Vittorio Emanuele II. In sostituzione di quello, lo scultore siciliano ne realizzò un altro (un uomo avvinghiato a un delfino) che alla fine ottenne il placet dell’amministrazione. Ma torniamo ad Anna che continua a vagare da sola nella grande città!
La ritroviamo nei pressi dell’Arco di Settimio Severo dove incontra il giornalista Joe Bradley (Gregory Peck) che non solo non la riconosce ma la scambia addirittura per un’ubriacona! Nonostante questo, intenerito dalla ragazza, la porta a casa sua, in Via Margutta 51, la famosa via degli artisti. La via ancora oggi conserva tutto il suo fascino ma purtroppo l’intero palazzo in cui venne ambientata l’abitazione dell’inviato americano necessiterebbe di un profondo e accurato restyling(tanto per non vedere le facce deluse dei turisti convinti di trovare un gioiellino come nel film…)!
Solo l’indomani Joe scopre l’identità di Anna e decide di fare lo scoop più grande della sua carriera: la seguirà nel suo giro per Roma con un fotografo alle calcagna, in modo da rubare scatti inediti della principessa! Grazie a questa passeggiata, ritroviamo una Roma in bianco e nero in qualche caso simile a quella odierna ma, molto più spesso, ormai scomparsa. Come il Muro dei Desideri (Wall of Wishes, nel film), per diversi anni meta di cinefili curiosi, che però non ne hanno trovato traccia, nelle loro peregrinazioni. Quel muro infatti, in Viale del Policlinico stava crollando sotto il peso degli ex voto incastonati attorno alla statua di una Madonnina e l’amministrazione, in vista delle imminenti Olimpiadi (1960), decise di “ripulirlo” pochi anni dopo l’uscita di Vacanze Romane.
Per salvaguardarne la memoria, però, la statuetta e qualche ex voto sono stati traslati all’interno di una cappelletta votiva, sempre nelle mura del Castro. Lo sapevate? E ora la scena più famosa del film: la scorrazzata a bordo della Vespa, tra il Colosseo, Piazza Venezia, il teatro di Marcello fino alla Bocca della Verità alle prese con i segreti inconfessabili dei protagonisti. Mentre vi rassegnate a una lunga attesa, perché sono molti i turisti che vogliono farsi fotografare con una mano tra le fauci del mascherone, potreste scoprire che se tutti sembrano conoscere la leggenda dell’amputazione della mano ai bugiardi che hanno l’ardire di infilarla nella fessura davvero pochi sono quelli che sanno che anticamente, la Bocca della Verità era un tombino fognario con fessure utili per far defluire gli scarichi cittadini nella vicina Cloaca Maxima!
Come novelli Hepburn e Peck a bordo della nostra fiammante Vespa946 bianca, abbiamo individuato tre tappe davvero significative, per la trama del film e per la nostra ri-scoperta di Roma. La prima, al Colosseo. Quello che rimane dell’imponente Anfiteatro Flavio non è che un terzo della struttura originaria. Colpa del tempo? Sì. Dei terremoti? Anche. Ma soprattutto dei “saccheggi” sistematici a cui fu sottoposto dal IX secolo in poi per costruire soprattutto i palazzi della Roma papalina tra cui, pensate un po’, Palazzo Barberini: un fil rouge continua a mantenere insieme questo racconto un po’ stravagante, non trovate?
E per non smentirci, altro anello della catena: al tramonto, giungiamo a Trinità dei Monti, non solo per godere di una delle viste più belle della capitale ma per rimetter piede sulla Strada Felice di papa Sisto V. Ricordate la strada di cui abbiamo parlato prima, quella che doveva collegare il Pincio con la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme? Ebbene, quando finalmente la chiesa della Santissima Trinità dei Monti fu consacrata, si decise di realizzare la Strada Felice ma i lavori di sbancamento abbassarono notevolmente il piano strada e di fatto ci si trovò con una chiesa… inaccessibile!
L’architetto Domenico Fontana fu costretto quindi a rimediare, progettando due scalinate convergenti verso il portale, di cui una rampa si intravede nella foto tratta dal film (non confondete queste scale con la Scalinata di Piazza di Spagna, realizzata molti anni dopo!). Altra curiosità: diverse città italiane hanno chiamato Pincio il proprio parco panoramico nel 1870, per celebrare la nomina di Roma a capitale d’Italia: ve n’è uno ad Ancona, Assisi, Bologna, Cagliari, Rieti, Urbino e in altri piccoli centri. Che straordinario senso di patria… qualche secolo fa! Un ultimo sforzo di concentrazione, il film ormai volge quasi al termine!
Scendiamo verso piazza del Popolo (godendoci una vista sulla cupola di San Pietro in lontananza lungo Viale Gabriele D’Annunzio) e ci avviamo verso una festa sul Tevere, nei pressi di Castel Sant’Angelo, il luogo dove il giornalista scoprirà di nutrire un tenero sentimento verso la ragazza tale da impedirgli di utilizzare gli scatti rubati durante le loro scorribande per Roma. Tutto accade in una notte. Tra le luci soffuse di un barcone, ecco un ballo romantico, una rissa, un tuffo nel fiume e il primo casto bacio…
A bordo della Vespa ci fermiamo davanti alla Mole Adriana (meglio conosciuta come Castel Sant’Angelo) e scopriamo che, a dispetto di quello che si crede, il castello nasce come Mausoleo. Vi sono sepolti diversi imperatori romani, da Aurelio – che l’ha fatto costruire – a Caracalla. Il riferimento all’angelo è dovuto a una leggenda: la visione dell’arcangelo Michele da parte di Papa Gregorio Magno durante una processione per la gravissima epidemia del 590. L’immagine dell’angelo che inguainava la spada venne interpretata come il miracoloso segnale della fine della peste e da allora un Angelo veglia sulla fortezza!
Il sogno dello scoop sfuma ma non importa: l’indomani, durante una conferenza stampa in cui Anna tornerà a vestire i panni della principessa, Joe le consegnerà quelle foto compromettenti e le dirà addio. La scena è stata girata nella MERAVIGLIOSA Galleria della Sala Grande di Palazzo Colonna. Se pensate che la reggia di Versailles meriti una visita, prima di andar tanto lontano, programmate una passeggiata tra le 500 stanze di quello che è giustamente definito il “gioiello del barocco romano”. Tra i saloni, le stanze, gli affreschi, le sculture, i broccati e i ricordi di una famiglia patrizia che annovera papi e condottieri valorosi (tra cui il vincitore della Battaglia di Lepanto), troverete anche una palla di cannone sparata nel 1849 dalle truppe francesi dal Gianicolo contro il Quirinale e lasciata lì dove cadde, frantumando un gradino! NON lasciate Roma senza aver visitato questa meraviglia!
Fonte sito https://www.turistadimestiere.com/