villa Agrippina sorge alle pendici del Gianicolo e nel cuore di Trastevere, con una meravigliosa vista sulla città, sul Vaticano e su Castel Sant’Angelo e rappresenta il perfetto connubio tra lusso, glamour e storia.
Gran Melià Rome Villa Agrippina Miglior city hotel del mondo secondo i lettori di Condè Nast Traveller Spagna.
fonte web www.granmelia.com
Il cancello si schiude sui primi tornanti del Gianicolo: serve a tenere lontana la città dei rumori, del traffico e degli affanni. E spalanca un mondo ovattato, fatto di siepi e silenzi, di profumi e attenzioni. Parla la storia, per questo versante di un colle che si affianca agli altri sette, che ha San Pietro alle spalle e la città eterna distesa lì sotto, proprio dove scorre il Tevere. Parla la Storia perché qui aveva deciso di vivere Agrippina, la mamma di Nerone: qui si era fatta costruire una villa, dove si rilassava guardando il fiume e godendosi un panorama già allora fantastico, senza bisogno di alcun rogo aggiuntivo. Sulle rovine di quella villa sorse poi un convento, ora trasformato in vero resort di città, in pieno centro storico. E Agrippina non è affatto sparita dalla nuova destinazione turistica dell’edificio, diventato Gran Melià Villa Agrippina: il suo volto arcigno troneggia nella hall di questo 5 stelle lusso della catena spagnola.
E’ un gran posto, dove perfino i romani potrebbero venire per
concedersi un weekend nella propria città, che non sarebbe un regalo da poco. E magari l’inizio di una nuova moda. Perché questo è uno splendido luogo di fuga, dove si rimettono in sesto i pezzi della vita, sgangherati da un mondo che li ammacca. Basterebbe non far niente, godersi panorama e quiete, oppure concedersi quei trattamenti che il beauty center propone. Quello a cui non si può rinunciare sono le tentazioni del ristorante, il «Viva Voce». A governare fornelli e tavoli c’ è il Don Alfonso di Sant’ Agata ai Due Golfi, interprete di una cucina che presenta piatti ispirati alla gastronomia mediterranea. «Le preparazioni di Alfonso e Ernesto Iaccarino nascono dalla combinazione di semplicità, tradizione e innovazione – spiega Francesco Ascani, general manager del Gran Melià – Sono queste le chiavi della filosofia di Iaccarino che mira a celebrare il sapore e il profumo della natura con ogni piatto. Grazie alla varietà della nostra offerta, da quella gastronomica al benessere, senza tralasciare la location, i giardini, la piscina, puntiamo a diventare il nuovo punto d’ incontro in città».
Ci sono riusciti, in poco tempo. Facendo attenzione ai dettagli. Quando si entra, il personale addetto all’ingresso sorride e saluta, ma mette anche una mano sul cuore. Che sarà pure prescritto dal manuale, ma fa piacere. Uno dei piccoli tesori del Gran Melia.
fonte web www.corradoruggeri.it
Il MAXXI
Progetto Architettonico
Il progetto dell’edificio dedicato al polo nazionale per l’arte e l’architettura contemporanee è stato selezionato in seguito a un concorso internazionale in due fasi bandito dal Ministro per i Beni Culturali nel 1998.
Il progetto vincitore è stato quello dell’architetto anglo-irachena Zaha Hadid, scelto tra 273 candidati provenienti da tutto il mondo. La proposta di Zaha Hadid ha convinto la giuria per la sua capacità di integrarsi nel tessuto urbano e per la soluzione architettonica innovativa, capace di interpretare le potenzialità della nuova istituzione e di dotarla di una straordinaria sequenza di spazi pubblici.
Fonte Fondazione maxxi Roma
Si è spenta a Miami per una crisi cardiaca l’architetto britannico di origine irachena famosa in tutto il mondo. Era ricoverata in ospedale per una bronchite. È stata la prima donna a ricevere i tre principali riconoscimenti del mondo dell’architettura: il Pritzker nel 2004, lo Stirling e la medaglia d’oro del Royal Institute of British Architects (RIBA). Nel 2010 “Time” l’aveva inclusa nelle 100 personalità più influenti del mondo. Era nata a Baghdad, in Iraq, da una famiglia benestante e, come ricordava, “cresciuta in uno dei pochi edifici in stile Bauhaus della città”. Studiò a Beirut poi si trasferì a Londra (divenendo cittadina britannica) dove conobbe Bernard Tschumi e Rem Koolhaas, nel cui Office for Metropolitan Architecture (OMA) iniziò a lavorare e divenne socia dal ’77, prima di fondare nel 1980 un suo studio (che ha raggiunto i 250 dipendenti). La sua architettura è stata certamente visionaria e proiettata nel futuro, tanto da suscitare entusiasmo ma anche critiche. Resterà una delle più grandi firme dell’architettura contemporanea.
Quotidiano immobiliare 31/3/2016
Perchè pur essendo molto vicini a San Pietro , non si ha mai una visuale della cupola?
Il fatto non è casuale ma voluto, in contrapposizione al Papa, dichiaratosi ‘prigioniero dello Stato italiano’ nell’ambito della Questione Romana.
Il piano regolatore del 1873 stabilì che l’impianto urbanistico non doveva essere basato su una visione prospettica della famosa cupola.
La toponomastica della zona, inoltre, si rifa’ ai personaggi storici della Roma repubblicana ed imperiale ed agli eroi del Risorgimento.
Si noti come la strada principale del Rione fu intitolata a Cola di Rienzo tribuno romano che nel XIV secolo tento’ di ripristinare la repubblica di Roma contro il potere papale costituito.
Inoltre il nome del rione fa riferimento ai vigneti e canneti facenti parte delle proprietà di Domizia, moglie di Domiziano: l’area prese il nome di Horti Domitii (“Orti Domiziani”) e in seguito di Prata Neronis (“Prati di Nerone”); durante il medioevo l’area prese il nome di Prata Sancti Petri (“Prati di San Pietro”) in riferimento all’adiacente basilica vaticana
Un omaggio al passato che accompagna l’apertura alla contemporaneità
Oggi: Dal 7 marzo 2007 le sette stelle che brillano sulla galleria di Milano compongono una corona luminosa ideata dal talento imprenditoriale di Alessandro Rosso, l’uomo che ha concepito il progetto, e dall’estetica innovativa di Ettore Mocchetti, direttore di AD Architectural Digest, da decenni il testimone più attendibile delle correnti d’avanguardia del design e dell’architettura. Una sinergia di competenze destinata al successo.
Ieri: Il 7 marzo 1865, pochi anni dopo la proclamazione del Regno d’Italia, il Re Vittorio Emanuele II pone la prima pietra per la costruzione della monumentale Galleria, intitolata a suo nome. Progettata da Giuseppe Mengoni, come via di collegamento fra il Teatro alla Scala e il Duomo, la Galleria rappresenta simbolicamente il trait-d ’union fra il sacro e il profano. La grande cupola fonte principale di luce, padroneggia maestosa dall’alto. L’elegante Galleria diventa da subito per i milanesi il luogo di incontro ideale, tanto che ancor oggi è chiamata il Salotto di Milano. Il Re Vittorio Emanuele II volle in Galleria prestigiose Sale per ospitare incontri privati e pubblici, feste e balli sfarzosi. In quelle Sale si sono avvicendati nobili e maggiorenti borghesi, capi di stato e grandi artisti, principesse e cortigiane, in un valzer ideale che ha scandito la storia dei primi anni del Regno d’Italia.
Nel nuovo secolo per la loro posizione strategica e un’acustica eccezionale, le Sale sono state adottate dal Teatro Alla Scala per le prove degli artisti. Le Sale non erano più al servizio del Re ma dell’Arte.
…. ma il tramonto sarà sul mare?!
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Un’estensione naturale del paesaggio”così lo studio Modscape definisce questa straordinaria casa a picco sull’ oceano. Il progetto è stato concepito per esser realizzato in Australia, nello stato di Victoria.
Una casa sulla scogliera progettata per creare un rapporto diretto con il mare, utilizzando tecnologie di progettazione modulare e tecniche di prefabbricazione all’avanguardia. L’avveniristica abitazione si sviluppa verticalmente su quattro piani: dal posto auto coperto creato sulla scogliera, un ascensore conduce ai vari piani della casa. Grandissime e ampie pareti di vetro caratterizzano la struttura dell’edificio che gode di una vista eccezionale a 360 gradi dul mare.
Anche gli arredi sono stati progettati in funzione dell’ambiente che circonda la casa: un minimalismo estremo ma funzionale carettarizza il design interno voluto per non sminuire la vista sull’oceano.