Cresce la quota di chi compra un immobile ricorrendo all’intermediazione mentre diminuisce quella di chi affida all’agenzia l’incarico di vendere.
E’ il risultato piu’ sorprendente dell’indagine “Le famiglie italiane e il mercato immobiliare nele sei grandi citta'” condotto dal centro studi di Tecnoborsa.
Secondo la ricerca che ha cadenza biennale, il 56,7% di chi ha acquistato lo ha fatto tramite agenzia, con un incremento di ben 12 punti rispetto alla precedente rilevazione, mentre solo il 4,3% asi è avvalso di altri professionisti.
Rimane invariata rispeto al 2013 la quota (38,3%) di chi ha preferito fare da sè, allo scopo di risparmiare su costi di intermediazione giudicati troppo elevati.
La stessa ragione per cui è diminuita la quota dei venditori che si sono serviti di un mediatore sono il 60,7% con un calo di 2,5 punti nel biennio. Il ruolo delle agenzie nelle vendite resta fondamentale, perchè se si esaminano i canali informativi che sono serviti agli acquirenti per conoscere l’offerta dell’immobile che poi hanno comprato si scopre che il passaparola è servito nel 30% dei casi mentre per la rimanente quota si sono rivelati decisivi i media utilizzati dalle agenzie, come le inserzioni su Internet, social media, riviste specializzate o i cartelli.
Buon lavoro a tutti i colleghi!
Fonte Indagine Tecnoborsa novembre 2015
http://www.tecnoborsa.com/indagine-tecnoborsa-2015-famiglie-romane-e-il-mercato-immobiliare-intermediazione-valutazione
Il cinema America, chiuso per fallimento dal ’99, rimane completamente abbandonato e in rovina per anni. Nel 2002 viene acquistato dalla Progetto Uno srl, società che vuole abbatterlo per ricavarne venti mini appartamenti di lusso e un garage. Ma il 13 novembre 2012, quando la giunta Alemanno sta per dare l’ok ai lavori, scatta l’occupazione.
“Con la riforma Gelmini – racconta Valerio Carocci, 23 anni, Scienze della Comunicazione alla Sapienza fondatore dell’associazione piccolo cinema america e occupante della prima ora – non avevamo più le scuole come luogo di incontro nel pomeriggio. Molti ragazzi della periferia, che venivano a studiare in Centro, non trovavano luoghi di aggregazione. Così in 50, liceali e universitari, abbiamo scelto l’America come spazio perfetto, un simbolo della speculazione edilizia in un quartiere vetrina.
Nei diciotto mesi successivi, i volontari hanno rifatto tetto, grondaia, pavimenti, impianto elettrico. Creata una biblioteca e un’aula studio. Centomila euro di lavori, raccolti con le sottoscrizioni.
L’occupazione ha successo, le serate sono sempre più affollate, la storia dei ragazzi dell’America comincia a interessare registi, attori e produttori. Artisti attratti da quella platea giovane e appassionata. Mille giovani in sala, una cosa mai vista. A Via Natale del Grande vengono a presentare i loro film, o quelli dei loro maestri i premi Oscar Gabriele Salvatores, Paolo Sorrentino, Giuseppe Tornatore. Nanni Moretti, Carlo Verdone, Paolo Virzì. E ancora, per citare solo alcuni nomi: Francesca Archibugi, Francesco Bruni, Francesca e Cristina Comencini, Matteo Garrone, Daniele Luchetti, Mario Martone. Con Alessandro Gassman, Elio Germano, Rocco Papaleo, Toni Servillo, Valerio Mastandrea. E gli stessi maestri: Bernardo Bertolucci, Giuliano Montaldo, Francesco Rosi, Ettore Scola.
Forti di tanto sostegno, gli occupanti spingono Comune e Regione a fare un passo avanti: la candidatura dell’America a bene di interesse culturale. Tutelato dunque da precisi vincoli di destinazione d’uso.
A novembre, scatta il doppio vincolo: sull’edificio che non può essere destinato ad uso residenziale, e sulle decorazioni interne di Pietro Cascella.
La proprietà invece impugna i vincoli davanti al Tar.
Il 6 ottobre 2015 il TAR ha appena respinto i due ricorsi del costruttore privato che voleva demolire il Cinema America. Trastevere, mondo cinematografico ed il Piccolo America hanno nuovamente vinto sulle volontà speculative della società Progetto 1 srl di Massimo Paganini e Victor Raccah
Ecco il sogno che ha incantato tutti: non le mani, ma il cuore sul cinema.
Sono quindici, tutti studenti di liceo e universitari tra i 16 e i 23 anni provenienti da diverse zone della periferia romana. Ma sono riusciti a tirare fuori dalle quattro mura di una stanza singola la loro generazione di nativi digitali, nati e cresciuti con la testa dentro il monitor di un computer e oggi entusiasti di aprire lo sguardo sul grande schermo.
Come dice Valerio Carocci, uno dei ragazzi capofila del Cinema America, «non conta il posto, contano il gruppo e le idee». E loro di idee ne hanno tante. Culturali, sociali e imprenditoriali.
La più ambiziosa? Trasformare Trastevere in un Rione del cinema, tracciando la storia dei tanti set cui ha fatto da location e creando un “circuito diffuso” di monosale, dal Sacher all’America, dall’Alcazar al Reale, con un unico portale online e botteghini condivisi alla maniera del West End della Londra dei teatri
A sentirlo parlare, con i suoi 23 anni investiti a studiare Comunicazione all’università, Valerio farebbe invidia ai manager più navigati. «Basta immaginare la città in modo diverso, più innovativo. L’occupazione del Cinema America è stato un momento di resistenza contro la passività delle istituzioni. L’assenza di dialogo e le mancate promesse sono frustranti perché ti fanno sentire sbagliato, ti fanno sentire un problema. Invece, in una società civile, i giovani che si attivano in ambito culturale e sociale dovrebbero essere una risorsa. In questi settori tutti i bandi regionali, nazionali ed europei chiedono la creazione di nuovi pubblici. Noi lo abbiamo fatto ma continuiamo ad essere ignorati».
Ottenuto dal ministero il vincolo di bene di interesse storico-artistico sulla sala del Cinema America e dopo lo sgombero notturno di cui Valerio ancora oggi riesce a parlare a mala pena per lo shock subito in prima persona, da solo, e di cui anche Francesco Bruni ci ha raccontato di essere stato testimone casuale e allibito, i ragazzi del Cinema America continuano a lavorare con metodo e passione a progetti alternativi che stanno diffondendo un vero e proprio contagio cinematografico tra i loro coetanei.
«La cosa sorprendente è che nessuno di noi era appassionato di cinema» continua a raccontarci Valerio. «Abbiamo scelto di occupare l’America perché l’intero rione era in mobilitazione da 8 anni e a Roma rappresentava l’emblema della lotta popolare per la memoria storica contro il tentativo di rigenerazione urbana meramente speculativa. Poi, come ci ha detto Bernardo Bertolucci, il cinema lo abbiamo imparato facendolo e oggi non scarichiamo più i film. Avere uno spazio dove entrare in contatto diretto con chi fa il cinema, toccare con mano l’amore che autori e produttori hanno per il loro mestiere, questo ha fatto innamorare anche noi».
«L’idea è nata dall’esigenza di incanalare la nostra delusione in modo costruttivo e di trasformarla in attivazione e proposta, non solo in protesta» ci ha spiegato Valerio. «Vogliamo fare e non solo criticare, anche perché il modo migliore di muovere una critica contro l’immobilità è proprio l’iniziativa concreta
Nonostante i duemila spettatori riuniti a metà maggio con la sola forza dei social network per assistere alla proiezione gratuita del “Rocky Horror Picture Show” sulle mura di Castel Sant’Angelo, le istituzioni continuano a trascurare questa sorprendente avventura cinematografica, mentre il mondo del cinema ne ha colto le enormi potenzialità.
«Produttori e distributori hanno capito la nostra capacità di comunicazione con il pubblico dei nostri coetanei» spiega Valerio «e in questo caso hanno scelto una sala non convenzionale, perché si tratta di un film di lotta che avrebbero voluto poter proiettare al Cinema America. Noi nativi digitali siamo stati abituati a credere che il cinema sia un momento individuale, da vivere sul pc di casa scaricando film da internet, invece stiamo imparando che il cinema va visto in sala. E la sala può essere ovunque, purché sia un luogo di condivisione».
Investire sui giovani, renderli protagonisti e non solo fruitori, appassionarli e poi accompagnarli nella scoperta di nuove passioni. Questo è il futuro (non solo) del cinema, a fronte delle sale cittadine che invece si svuotano. Ma per dimostrare quanto importante sia l’educazione delle nuove generazioni alla sala, luogo per molti sconosciuto, un’esperienza come quella dei ragazzi del Cinema America è dovuta passare attraverso l’occupazione di un immobile privato – che hanno ristrutturato a spese loro, con quasi 200 mila euro di offerte libere raccolte in due anni di iniziative – e una serie di proiezioni pubbliche non autorizzate.
«Nella lotta culturale e sociale, il confine tra legale e illegale non deve essere un vincolo. Ci sono cose giuste e cose ingiuste e a volte la legge deve essere riscritta. L’occupazione del Cinema America era illegale ma, se non ci fosse stata, un immobile di indiscutibile valore culturale e antropologico sarebbe stato demolito. Sappiamo che non tutte le sale dismesse potranno riaprire come sale cinematografiche, ma chiediamo almeno che vengano destinate a servizi alternativi, quali biblioteche o sale studio, piuttosto che vederle trasformate in ennesimi esercizi commerciali da movida notturna. Se riusciamo a riportare il pubblico al cinema, avremo almeno eliminato l’alibi più diffuso della speculazione edilizia sulle sale dismesse.
fonte
Repubblica di Giulia Santerini 26/3/205
Espresso di Ornella Sgroi 28/5/2015
Repubblica 6/10/2015
Quali sono le tendenze del mercato immobiliare cittadino? Il Centro Studi Casa.it ha effettuato un’analisi dei quartieri con richieste in crescita, mettendo in evidenza le zone e/o i quartieri che hanno registrato più di altri un crescente interesse della domanda in acquisto.
Rispetto all’anno precedente ad esempio, la domanda per il quartiere Isola di Milano è cresciuta del 12,2% grazie sicuramente allo sviluppo del progetto Porta Nuova. A Roma le richieste di appartamenti nel quartiere Prati sono aumentate del 10,5%.
Fonte: Redazione di Blog.casa.it
Se avete in programma un acquisto immobiliare a Londra posso assistervi per tutto la procedura d’acquisto. Compilando il form nella sezione contatti sarò a Vostra disposizione per maggiori dettagli. Intanto buona lettura…
Londra ora piú che mai è percepita da molti come un “portosicuro” in cui investire data la sua moneta indipendente e stabile, pur sempre beneficiando dell’appartenenza all’Unione Europea
Londra è considerata la “capitaledelmondo”, avendo superato anche New York in quanto a manifestazioni culturali, artistiche, sportive e a glamour internazionale
Londra è la capitale finanziaria mondiale LINK
Le previsioni ufficiali sono di una forte crescita della popolazione londinese (circa 100.000 nuovi abitanti ogni anno). Questa crescita, che ovviamente incrementerà il già esistente divario tra forte richiesta di abitazioni e limitata offerta delle medesime, faciliterà un aumento dei prezzi del mattone nei prossimi anni LINK
Londra è una dinamica città di 9 milioni di abitanti in continua crescita e con 5 aeroporti che ne fanno il piú grande snodo del traffico aereo globale. Ma è al tempo stesso anche una delle città che offre il piú alto tenore di vita ed una sensazione a “misura d’uomo” senza paragoni. Londra è una delle capitali piú verdi al mondo con circa il 30% della sua intera superficie coperta da prestigiosi parchi e giardini pubblici (Hyde Park, Green Park, St. James Park, Regent’s Park, Richmond Park e molti altri).
Londra è la città piú visitata al mondo dal turismo internazionale LINK
quartieri in grado di generare alti rendimenti sul medio e lungo periodo: Mayfair, Knightsbridge, South Kensington, Chelsea, Belgravia, Notting Hill, Bayswater
…e ancora, perchè un immobile a Londra?
Facilità di concedere in affitto l’immobile (che sia una casa monofamiliare o un appartamento) e durata dei contratti di locazione libera (che sia una settimana o 3 anni).
Legge fortemente pro-proprietario, non pro-inquilino. Ad esempio, la morosità dell’inquilino è duramente punita e le conseguenti procedure di sfratto per morosità sono molto piú veloci ed efficaci che in Italia.
Facilità di disinvestimento/rivendita dell’immobile in quanto il mercato è molto liquido e dinamico (i tempi medi di vendita di un appartamento in centro a Londra si aggirano intorno alle 3 settimane, molto spesso anche meno).
Tasse piú basse sia sulle persone fisiche che sulle persone giuridiche e particolarmente favorevoli nei confronti degli investitori internazionali (esempio ne è l’assenza di tassa sul Capital Gain in caso di vendita da parte di non-residenti).
Forti previsioni future di rivalutazione del valore degli immobili: 10% all’anno circa è la media storica degli ultimi 15 anni e rendimenti piú alti rispetto all’Italia (anche l’equivalente dell’IMU italiana è pagata dall’inquilino e non dal proprietario).
Il fondo immobiliare Norma di Sorgente Group, ha concluso nel dicembre del 2013, l’acquisto della casa di Giuseppe Verdi a Busseto, dove il Maestro visse e lavorò a lungo e dove, tra l’altro, compose alcune delle sue opere più significative, tra cui il Rigoletto. Il Fondo Norma entrerà in possesso dell’immobile allo scadere dei sessanta giorni durante i quali il Ministero dei Beni Culturali, attraverso le Sovrintendenze competenti per territorio, può esercitare il diritto di prelazione da parte dello Stato. L’operazione, cui Sorgente Group ha volentieri aderito nell’ambito delle proprie scelte, è stata fortemente voluta dalla SIAE a tutela di un elemento rilevante del patrimonio culturale del nostro Paese. “Abbiamo deciso di proporre al Fondo di valutare l’acquisto della dimora di Giuseppe Verdi – ha affermato il Presidente della SIAE Gino Paoli – per diversi motivi: prima di tutto per onorare la memoria del fondatore della SIAE nell’anno del suo bicentenario e poi per preservare questo edificio – simbolo che, secondo noi, va destinato ad un uso aperto alla fruizione del pubblico e degli associati della SIAE. Studieremo con il Ministero dei Beni Culturali e tutte le autorità competenti un progetto per utilizzare al meglio la casa di Giuseppe Verdi a beneficio della cultura italiana. Inoltre, questa operazione rientra nel più ampio progetto di valorizzazione delle attività culturali che SIAE promuove e sostiene e che verranno presentate pubblicamente a gennaio 2014″.
(Il Ghirlandaio) Roma, 9 lug. La strada della ripresa del mercato immobiliare “si conferma lunga e tortuosa. La perdurante debolezza economica, rappresenta un elemento di indiscutibile penalizzazione della possibilità di acquisto di beni durevoli. Non deve stupire se oggi le famiglie alla ricerca di un’abitazione siano poco più di 324mila contro le quasi 730mila di un anno fa, mentre quelle potenzialmente interessate ad attivarsi sono 1,6 milioni a fronte dei quasi 2 milioni registrati nel 2013”.
E’ quanto si legge nell’Osservatorio sul Mercato Immobiliare, luglio 2014 curato da Nomisma e relativo a 13 grandi città (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino e Venezia), che rileva una “nuova flessione registrata nella prima parte del 2014 con un arretramento dei prezzi rispetto ai picchi pre crisi che si attesta al 19 per cento (in termini nominali)”.
A consuntivo del 2013, le compravendite immobiliari nelle 13 grandi città si sono ulteriormente ridotte, seppure con un’intensità in progressiva attenuazione. La congiuntura negativa del settore ha prodotto un ridimensionamento significativo del mercato, con quantità dimezzate nel segmento abitativo e cali nell’ordine del 56,5% e del 63,5%, rispettivamente, in quello commerciale e terziario.
Il primo trimestre dell’anno in corso ha segnato, tuttavia, un’inversione di tendenza: l’aumento delle quantità compravendute è risultato del 7,4% nel segmento abitativo e del 14,9% in quello commerciale, a fronte della perdurante debolezza del segmento direzionale, testimoniata dall’ulteriore riduzione delle attività (-2,6%). A livello nazionale, il balzo in avanti delle compravendite residenziali nel primo trimestre del 2014 si è attestato nell’ordine del 4,1% tendenziale, ponendo fine a otto anni di marcata flessione.
I tempi medi di vendita e di locazione hanno raggiunto livelli decisamente elevati in tutti i segmenti, ma si conferma la tendenza emersa nel corso del 2013 di una stabilizzazione degli stessi in tutti i segmenti. Un altro fattore che concorre a ridurre la liquidità degli immobili in vendita è lo sconto mediamente praticato sul prezzo richiesto. Anche per questo indicatore il livello raggiunto è elevato, ma tutto sommato stabile per il terzo semestre consecutivo.
All’interno del mercato residenziale si è raggiunto, in media, il 16,5%, con punte del 19,6% nei mercati periferici; sul versante degli immobili di impresa, lo sconto medio praticato ha superato il 17%. Una correzione più marcata dei prezzi, stimabile nell’ordine di un ulteriore 10% sulla base di un’analisi delle condizioni del mercato creditizio pre e post crisi, consentirebbe di attenuare lo spessore della quota di domanda latente destinata a non manifestarsi. E’, tuttavia, alle erogazioni che occorre fare riferimento per garantire un irrobustimento delle dinamiche moderatamente espansive.
Secondo Nomisma anche se non vi sono dubbi che il punto più basso dell’attività transattiva sia ormai alle spalle, la strada da fare pare tutt’altro che breve, ed è forse venuto il tempo di accelerare il passo.
Fonte: Redazione di ilghirlandaio.com