Via Montenapoleone «regina» con canoni oltre 10mila al metro quadrato – Il Sole 24 ORE
Milano e Via Montenapoleone guidano la classifica delle città e delle vie dello shopping italiane per valore immobiliare retail high street. A confermarlo è il Report “Fashion High Street – 2017”, realizzato dal Dipartimento di Ricerca di World Capital, in collaborazione con Federazione Moda Italia e Global Blue.
Le griffe internazionali, dunque, sono attratte dal capoluogo lombardo, con rendimenti lordi che oscillano tra il 2,5% e il 5%. Montenapoleone, in particolare, rimane prima tra le high street italiane per canone di locazione di immobili retail, con un prime rent pari a 10.300 eur o al metro quadro all’anno. I canoni, in via Montenapoleone, sono saliti del 34% in tre anni e la strada milanese dello shopping di lusso, con i saldi invernali in avvio oggi, si attesta al sesto posto a livello mondiale. Il record va alla Fifth Avenue di New York, dove il canone tocca i 31 mila euro/mq.
«La High Street meneghina ha registrato nel 2017 la migliore performance nel mercato immobiliare retail italiano – ha detto Neda Aghabegloo, Responsabile Dipartimento di Ricerca di World Capital generando competitività tra brand, ma anche soddisfazione da parte dei consumatori. Il 36% della spesa turistica internazionale effettuata in Italia, viene registrato proprio a Milano».
Fonte casa 24plus il sole 24 ore 5 gennaio 2018
Sull’Appia Antica una casa costa 5,2 milioni: ecco le vie più care d’Italia – Il Sole 24 ORE
Le case più care d’Italia sono sull’Appia Antica, al secondo posto viale Michelangiolo a Firenze che batte piazza di Spagna a Roma. Sono le strade con le quotazioni più elevate secondo un’analisi di idealista. Con le sue residenze nel verde di un immenso parco archeologico, i proprietari dell’esclusiva zona a sud est di Roma chiedono in media 5.245.476 euro a chi è in cerca di proprietà di lusso.
Ai primi dieci posti della classifica, dove la Capitale compare tre volte, si trovano anche Firenze, Milano, Olbia, Capri e Forte dei Marmi. Sul secondo gradino del podio della graduatoria del lusso c’è viale Michelangiolo a Firenze, con un prezzo di 4,8 milioni di euro, e sul terzo Piazza di Spagna, ancora a Roma con 4,1 milioni di media. Milano è solo all’ottavo posto con via Manzoni a 2,37 milioni.
Lungarno Amerigo Vespucci, a Firenze, occupa la quarta posizione con richieste che superano in media i 3,7 milioni di euro in una delle vie a più alta densità di case di lusso del capoluogo toscano. Sotto i 3 milioni di euro tutti gli altri indirizzi della top 10 stilata da idealista: Porto Istana a Olbia (2,58 milioni di euro), Piazza Navona a Roma (2,5 milioni) e via Marina Piccola di Capri (2,5 milioni). Chiude la classifica a 2,2 milioni Forte dei Marmi.
Il Sole 24 ore 21/9/2017
Il sole 24 ore 21/9/2017
Il convegno Sidief – Banca d’Italia vuole essere l’occasione per approfondire i caratteri della presenza stabile degli stranieri in Italia, presenza che si attesta sui cinque milioni di persone e che sta determinando un cambiamento strutturale con ricadute importanti sul mercato del lavoro, sul tessuto produttivo, sulla scuola, sulla cultura, e sul mercato immobiliare.
Tema cruciale e critico dei percorsi di inserimento degli immigrati è quello dell’accesso alla casa, dato che la condizione abitativa degli stranieri fatica ad uscire dalla sfera della precarietà, specie nelle grandi città.
Il mercato privato dell’affitto, comparto minoritario quando si guarda alla condizione abitativa della popolazione italiana, rappresenta, invece, la condizione assolutamente prevalente se si isolano gli stranieri presenti sul nostro territorio.
Al di là di questo dato generale, poco si sa di come sta cambiando l’abitare degli stranieri nelle nostre città. La casa rappresenta anche un elemento chiave dei processi di integrazione sociale e culturale.
Mercoledì 18 ottobre 2017
ore 9.00 – 13.45
Centro Carlo Azeglio Ciampi per l’educazione monetaria e finanziaria
Roma, via Nazionale 190
PROGRAMMA
Indirizzo di saluto
Valeria Sannucci – Vice Direttore Generale BANCA D’ITALIA
Relazione introduttiva
Mario Breglia – Presidente SIDIEF
Proiezione video “I nuovi italiani”
Presentazione delle ricerche
Luigi Cannari – Vice Capo Dipartimento Economia e statistica BANCA D’ITALIA
Elena Molignoni – Ricercatore NOMISMA
Stefano Sampaolo – Ricercatore CENSIS
Carola Giuseppetti – Consigliere e Direttore Generale SIDIEF
Commenti
Livia Turco – Presidente FONDAZIONE NILDE IOTTI
Mario Deaglio – Economista Centro di ricerca e documentazione LUIGI EINAUDI
Moderatore: Mario Breglia – Presidente SIDIEF
Pausa caffè
Il ruolo delle Associazioni di settore
Daniele Barbieri – Segretario Generale SUNIA
Filippo Delle Piane - Vice Presidente ANCE
Silvia Rovere – Presidente ASSOIMMOBILIARE
Giorgio Spaziani Testa – Presidente CONFEDILIZIA
Moderatore: Fabrizio Di Lazzaro – Professore Ordinario di Economia Aziendale LUISS GUIDO CARLI
Storie di “nuovi italiani”
Suranga Deshapriya Katugampala – Regista
Lifang Dong – Avvocato
Fadi Hassan - Economista
Nicolai Lilin - Scrittore
Salvatore Marino - Attore
Fiona May - Atleta e attrice
Moderatore: Luigi Donato – Capo Dipartimento Immobili e appalti BANCA D’ITALIA
Conclusioni
Paolo Piccialli – Presidente Consiglio di Sorveglianza SIDIEF
Fonte sito web SIDIEF
La grande villa colonica di Picasso, ultima dimora del pittore a Mougins (Alpi Marittime), e’ stata aggiudicata per poco piu’ di 20 milioni di euro a un uomo d’affari neozelandese originario dello Sri-Lanka durante la vendita all’asta presso il tribunale di Grasse. Il prezzo d’asta era stato fissato a 18,36 milioni di euro e Rayo Withanage, l’investitore di nazionalita’ neozelandese – a capo della societa’ immobiliare BMB fondata insieme a un principe del Brunei – ha alzato l’offerta del 10% aggiudicandosi la villa a 20,196 milioni di euro. La lunga vicenda legata alla vendita della villa di Picasso non e’ ancora finita perche’ l’acquirente ha ora due mesi per trovare i fondi necessari per il suo acquisto. “Rayo Withanage e’ proprietario da oggi ma deve ancora pagare il prezzo entro due mesi” conferma Van Rolleghem, avvocato della banca olandese Achmea Bank, creditore dell’ex proprietario dell’immobile. L’ex proprietario, che aveva acquistato la villa colonica nel 2007 per 12 milioni di euro da un erede Picasso, Catherine Hutin-Blay, aveva investito 10 milioni di euro in lavori. La casa colonica di Notre-Dame de Vie, abitata dalla vedova di Picasso, Jacqueline Roque, fino al suo suicidio nel 1986, ha una vista mozzafiato sull’Esterel e sulla baia di Cannes. La casa dispone di 32 stanze per un totale di 1.800 metri quadri, su un terreno di oltre 3 ettari con piscina, campi di tennis, casa del custode e vari annessi.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) -|fonte web Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense
Il 2016 è stato archiviato come anno record per gli investimenti cinesi nel real estate non soltanto all’estero, ma soprattutto in Italia.
La vincente sinergia tra Italia e Cina, infatti, ha contribuito a far registrare nel 2016 un interscambio tra i due paesi, che ha superato i 38 miliardi di Euro. Sempre nel 2016, la positività del dato viene accentuata dall’incremento delle esportazioni italiane pari al +6% rispetto al 2015.
Focalizzandoci sull’identità degli investitori cinesi, in Italia oggi emerge che la gran parte degli investimenti viene realizzata da famiglie con figli (60%), spesso volenterose di fare dell’Italia la loro nuova casa, seguono poi le coppie (15%) e gli anziani (15%), mentre il restante 10% comprende le persone single.
Grazie alla vasta e variegata offerta data dal mercato immobiliare italiano, il Bel Paese si posiziona così al terzo posto della classifica delle destinazioni europee più di appeal per gli investitori cinesi.
“Quel che rende l’Italia particolarmente attrattiva per gli investitori, soprattutto proveniente dalla Cina, è la stabilità del mattone. – dichiara Marco Clerici, Managing Director di World Capital – Da noi la proprietà e “per sempre”. L’investimento immobiliare in Italia risulta sicuro e in costante rivalutazione, questi due fattori fondamentali che distinguono l’offerta del Bel Paese da quella di altri mercati con trend più altalenanti, come per esempio quello spagnolo o statunitense. – conclude Marco Clerici – Oggi il mercato immobiliare italiano risulta particolarmente favorevole per gli investimenti, questo grazie agli attuali rendimenti costanti e alla rivendibilità degli immobili in futuro.”
talia-Cina: un import-export oltre i 38 miliardi di Euro – Il Blog dell’Immobiliare – World Capital
by Simona Giuliano
Riflettori accesi sulle trattative immobiliari. La legge sulla Concorrenza, ai commi 63 e seguenti dell’articolo 1, ha predisposto una norma a tutela dell’acquirente. Si tratta del deposito del prezzo al notaio, che dallo scorso 29 agosto (giorno dell’entrata in vigore) tanta attenzione ha suscitato.
Per capire bene cosa ha stabilito il legislatore, come funziona questo meccanismo e quali sono le ricadute su acquirente e venditore, idealista news ha parlato con Giampaolo Marcoz, consigliere nazionale del Notariato, il quale ha affermato: “Sta all’agente immobiliare, con la sua professionalità, e al notaio, in sede di preparazione dell’atto, cercare di rendere il più equilibrato possibile il rapporto tra venditore e acquirente”.
Come funziona il deposito del prezzo al notaio?
“Nel corso di una compravendita, secondo quanto previsto dal legislatore, su istanza di una delle parti – venditore o acquirente – è possibile depositare presso il notaio l’intero prezzo, laddove non sia stato pagato alcunché prima dell’atto definitivo, oppure il saldo. Nella stragrande maggioranza dei casi, questo avviene su istanza dell’acquirente, poiché la norma è a tutela di quest’ultimo.
Il legislatore parte dal rogito perché il notaio è obbligatorio per il rogito. Ma è ovvio che una parte può richiedere il deposito del prezzo al notaio anche in sede di compromesso. Se facesse il preliminare trascritto dal notaio, nulla gli vieterebbe di anticipare questo effetto. La fattispecie tipica prevede tuttavia il rogito.
Una volta davanti al notaio, nel momento della stesura dell’atto ci sono due ipotesi:
- quella in cui non sono stati dati acconti e quindi l’intero saldo viene versato al notaio;
- quella in cui ci sia stata una contrattazione preliminare precedente e quindi al venditore sono già state consegnate delle somme; il saldo prezzo, generalmente, è comunque la parte più corposa e quest’ultimo viene depositato dal notaio, il che può avvenire in due modi diversi.
Le modalità operative sono:
- assegno circolare intestato al notaio;
- bonifico bancario sul conto del notaio.
Fino ad oggi il bonifico bancario non si è utilizzato perché l’acquirente non trasferiva l’intera somma al venditore fino a quando il venditore non aveva firmato; entrando in gioco un soggetto terzo – come il notaio – si può tranquillamente procedere senza rischi al bonifico sul conto del notaio. A quel punto sarà poi il notaio stesso a destinare la somma al venditore”.
Ricevuta la somma, cosa ne fa il notaio?
“Il notaio trattiene questa somma su un proprio conto, cosiddetto ‘conto dedicato’. Si tratta di un conto che ha delle caratteristiche definite proprio dalla legge sulla Concorrenza. E’ un conto impignorabile da parte dei creditori del notaio, non cade nella comunione legale del notaio e non cade nella successione dello stesso. L’acquirente è quindi protetto dalle vicende della vita del notaio, è sicuro che questi denari sono lì in modo transitorio e sono destinati ad arrivare al venditore. E’ un conto del notaio, ma è al di fuori del suo patrimonio. Tutti sono tutelati.
A questo punto il notaio, attraverso le somme che gli vengono date dall’acquirente, che sono quelle idonee per registrare l’atto, procede alla registrazione e alla trascrizione dell’atto nei Registri Immobiliari.
Avvenuta la trascrizione dell’atto, quindi quando si ha la certezza che l’atto notarile ha prodotto i suoi effetti anche nei confronti dei terzi (ossia che l’acquisto è sicuro al 100% e che l’acquirente non ha più alcun rischio in relazione alle vicende personali del venditore), il notaio certifica che l’iter dell’acquisto si è perfezionato nel modo completo e, essendosi fatto dare l’Iban dal venditore nel giorno dell’atto, procede a trasferire le somme al venditore stesso”.
Quanto tempo serve per la trascrizione dell’atto nei Registri Immobiliari?
“La normativa non dà un termine preciso e dettagliato. In genere, il notaio ha l’obbligo di trascrivere l’atto – e quindi di procedervi – nel più breve tempo possibile. I tempi, ovviamente, dipendono anche dalle esigenze delle parti. Se c’è una particolare esigenza ed è necessario procedere velocemente alla trascrizione, perché magari il venditore ha necessità di avere a disposizione il denaro, il notaio può accelerare i tempi. A quel punto, non appena ha la disponibilità delle somme che l’acquirente gli ha dato per registrare e trascrivere, procede alla registrazione e trascrizione. Il che può avvenire nel giro di due giorni.
E’ ovvio che, se la situazione è più tranquilla, ci può volere qualche giorno in più. Dipende dai casi in questione. La tempistica può dipendere anche dall’organizzazione dello studio notarile, ma non è una tempistica che può pregiudicare o creare dei problemi seri al venditore. Anche perché, se il venditore ha l’esigenza di avere i denari in fretta, l’adempimento può essere fatto in tempi brevissimi”.
Non ci sono rischi per il venditore?
“Bisogna far superare al venditore l’approccio psicologico di andare dal notaio, vendere, consegnare le chiavi della casa e uscire senza i denari. Il venditore non corre rischi. Le sole motivazioni per le quali il venditore potrebbe non incassare i denari sono connesse ai suoi creditori, alle sue eventuali posizioni di debito che pregiudicano questo iter”.
Il venditore dunque non rischia di essere parte debole del contratto?
“Sicuramente l’acquirente ha acquisito un elemento di tutela in più, ma starà all’agente immobiliare, con la sua professionalità fin dall’inizio, e al notaio, in sede di preparazione dell’atto, cercare di rendere il più equilibrato possibile il rapporto tra venditore e acquirente”.
Quali sono i vantaggi per l’acquirente?
“Si completa quel programma di sicurezza che i Registri Immobiliari danno. Oggi noi abbiamo un sistema in cui l’acquirente, nel momento in cui l’atto è trascritto in suo favore, è – come si dice in termine tecnico – ‘opponibile ai terzi’, ciò significa che di fronte all’intera comunità lui è proprietario e nessuno può mettere in discussione e contestare il suo acquisto.
Nel periodo temporale fra il rogito e il momento della trascrizione, fino all’entrata in vigore della nuova norma teoricamente l’acquirente era esposto al rischio che sopravvenisse una qualunque formalità di pregiudizio contro il suo venditore, che nel frattempo già aveva venduto il bene e incassato le somme, quando ancora la vendita non era stata trascritta. Con il passaggio del deposito prezzo, quello che è già un sistema comunque molto sicuro – perché il sistema immobiliare italiano è tra i più sicuri al mondo – raggiunge un livello di sicurezza totale”.
A partire da quando si applica la nuova normativa? Dal 29 agosto o anche nei rapporti in essere?
“Ormai il tempo tra il compromesso e il definitivo si è abbastanza allungato, a volte può trascorrere anche qualche mese. Adesso è sopravvenuta una normativa che deve essere applicata. Giuridicamente non è un concetto di retroattività, sarebbe retroattiva se si applicasse anche alle operazioni già chiuse, ma in questo caso non sarebbe possibile. E’ un concetto di applicazione della norma nel tempo. La norma comincia il 29 agosto 2017 e si applica a tutti i rapporti che sono in corso”.
idealista 25/9/2017
villa Agrippina sorge alle pendici del Gianicolo e nel cuore di Trastevere, con una meravigliosa vista sulla città, sul Vaticano e su Castel Sant’Angelo e rappresenta il perfetto connubio tra lusso, glamour e storia.
Gran Melià Rome Villa Agrippina Miglior city hotel del mondo secondo i lettori di Condè Nast Traveller Spagna.
fonte web www.granmelia.com
Il cancello si schiude sui primi tornanti del Gianicolo: serve a tenere lontana la città dei rumori, del traffico e degli affanni. E spalanca un mondo ovattato, fatto di siepi e silenzi, di profumi e attenzioni. Parla la storia, per questo versante di un colle che si affianca agli altri sette, che ha San Pietro alle spalle e la città eterna distesa lì sotto, proprio dove scorre il Tevere. Parla la Storia perché qui aveva deciso di vivere Agrippina, la mamma di Nerone: qui si era fatta costruire una villa, dove si rilassava guardando il fiume e godendosi un panorama già allora fantastico, senza bisogno di alcun rogo aggiuntivo. Sulle rovine di quella villa sorse poi un convento, ora trasformato in vero resort di città, in pieno centro storico. E Agrippina non è affatto sparita dalla nuova destinazione turistica dell’edificio, diventato Gran Melià Villa Agrippina: il suo volto arcigno troneggia nella hall di questo 5 stelle lusso della catena spagnola.
E’ un gran posto, dove perfino i romani potrebbero venire per
concedersi un weekend nella propria città, che non sarebbe un regalo da poco. E magari l’inizio di una nuova moda. Perché questo è uno splendido luogo di fuga, dove si rimettono in sesto i pezzi della vita, sgangherati da un mondo che li ammacca. Basterebbe non far niente, godersi panorama e quiete, oppure concedersi quei trattamenti che il beauty center propone. Quello a cui non si può rinunciare sono le tentazioni del ristorante, il «Viva Voce». A governare fornelli e tavoli c’ è il Don Alfonso di Sant’ Agata ai Due Golfi, interprete di una cucina che presenta piatti ispirati alla gastronomia mediterranea. «Le preparazioni di Alfonso e Ernesto Iaccarino nascono dalla combinazione di semplicità, tradizione e innovazione – spiega Francesco Ascani, general manager del Gran Melià – Sono queste le chiavi della filosofia di Iaccarino che mira a celebrare il sapore e il profumo della natura con ogni piatto. Grazie alla varietà della nostra offerta, da quella gastronomica al benessere, senza tralasciare la location, i giardini, la piscina, puntiamo a diventare il nuovo punto d’ incontro in città».
Ci sono riusciti, in poco tempo. Facendo attenzione ai dettagli. Quando si entra, il personale addetto all’ingresso sorride e saluta, ma mette anche una mano sul cuore. Che sarà pure prescritto dal manuale, ma fa piacere. Uno dei piccoli tesori del Gran Melia.
fonte web www.corradoruggeri.it
I nuovi grandi magazzini romani – una volta della famiglia Agnelli oggi del thailandese Group of Companies – stanno per essere ultimati dopo oltre 10 anni di lavori. Per la realizzazione del nuovo colosso dello shopping è stata buttata giù la palazzina risalente agli anni ’50 e ne è stata costruita una ex novo.
Otto piani che si snodano per mq. 14000 con il penultimo piano ricoperto per la gran parte da un soffitto a vetri. Al piano terra, invece, sarà aperto al pubblico uno scavo archeologico, avviato dopo il ritrovamento dell’Acquedotto dell’Acqua Vergine.
fonte web www.puntarellarossa.it
Fiaip: “Entra in vigore il deposito prezzo al notaio, nuova tassa sulla casa”
La Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) tramite una nota ha commentato l’entrata in vigore del deposito del prezzo al notaio. Righi ha parlato di una legge che crea disparità tra le parti.
La Fiaip ha fatto sapere: “Entra in vigore il deposito del prezzo al notaio. Secondo quanto previsto dalla “Legge annuale per il mercato e la concorrenza” le parti o anche una di loro potrà richiedere al notaio di aderire al deposito del prezzo: in questo caso il pubblico ufficiale al momento del trasferimento immobiliare tratterrà la somma pattuita per la compravendita e la depositerà su un apposito conto corrente fino alla trascrizione del trasferimento dell’immobile.
Gli interessi maturati sul conto non saranno incassati dal proprietario, ma dallo Stato italiano, che li destinerà ad un fondo per le piccole e medie imprese. La norma varata nel 2013, fino ad oggi non aveva mai trovato esecuzione per la forte opposizione della Fiaip e di tutta la filiera dell’immobiliare. Il governo è comunque riuscito a farla “passare”, introducendo la volontarietà delle parti”.
Il presidente nazionale Fiaip, Paolo Righi, ha poi sottolineato: “Il deposito del prezzo al notaio è da ascriversi alla già nutrita schiera delle leggi “inutili e dannose” varate per il nostro comparto. La legge crea una disparità fortissima tra le parti, che fino ad oggi erano bilanciate e tutelate, mentre ora il venditore diventa parte debole del contratto. Inoltre, la sua applicazione creerà notevoli problemi a quei venditori che intendono vendere la propria abitazione per comprarne subito un’altra: sarà quasi impossibile per chi vende casa impegnarsi all’acquisto di una nuova abitazione, non potendo contare sul denaro proveniente dalla vendita del proprio immobile. Quasi esilarante il fatto che gli interessi maturati sul conto corrente del notaio anziché essere restituiti al venditore vengano trattenuti dallo Stato, che di fatto ha varato una nuova tassa sulla proprietà immobiliare”.
fonte web idealista 30/08/2017